G'day Mate,
la nostra avventura alla scoperta del continente australiano continua sulla selvaggia isola della Tasmania.
8 indimenticabili giorni immersi nella natura, tra opossum affamati ed insetti sovradimensionati, tra spiagge paradisiache e tortuosi trekking in montagna. Siamo partiti in auto dal porto di Melbourne con la compagnia di traghetti Spirit of Tasmania e dopo 9 ore di viaggio siamo giunti in Tasmania.
La navigazione, seppur di giorno, non è stata affatto faticosa, sul traghetto troverete tutti i comfort necessari per non annoiarvi: bar, ristorante, negozietti di souvenir, cinema, sala giochi, aree relax ed addirittura intrattenimento con musica dal vivo.
La prassi per salire sul traghetto è alquanto lunga perchè controllano tutti i mezzi, aprono i bauli e le portiere per accertarsi che nessuno porti frutta, verdura, semenze o alimenti freschi. Il loro obiettivo è preservare l'alta qualità dei loro prodotti. Fidatevi, quando dicono "alta qualità" non scherzano affatto, la frutta in Tasmania è buonissima.
Durante il nostro viaggio ci siamo concentrati principalmente sulla costa est e sulla zona centrale dell'isola, trascurando la parte ovest, a risaputa più wild e adatta solo a mezzi 4x4.
GIORNO 1
Devenport, Narawntapu National Park, Tamar Valley, George Town, Bay of Fire.
Sbarcati al porto di Devenport ci siamo subito avventurati nella natura selvaggia della Tassie, Tasmania in slang australiano, del Narawntapu National Park, dove ci hanno accolto una ventina di wallaby alla ricerca di cibo.
I wallaby non sono pericolosi, ma se state guidando vi consiglio di andare piano perchè possono attraversare la strada da un momento all'altro e distruggere completamente l'auto. Successivamente abbiamo percorso tutta la costa destra del fiume Tamar fino a Launceston, per poi risalire nella sponda opposta percorrendo la Tamar Valley e arrivando al Low Head, il famoso faro costruito nel 1888.
TIP: percorrete la Tamar Valley Wine Route, una scenografica strada che attraversa più di 30 vineyards e fermatevi ad assaggiare un bicchiere di vino; questa zona è rinomata per la bontà delle sue viti.
Per quanto riguarda il pernottamento, abbiamo deciso di campeggiare per l'intera settimana. Ci siamo attrezzati di tende, saccopelo, materassini gonfiabili, torce e fornello a gas, ma sopratutto abbiamo scaricato l'applicazione Wikicamp (essenziale per campeggiare in Australia). Così, la prima notte l'abbiamo trascorsa a Cosy Corner, un campeggio gratuito dotato di toilette e affacciato sulla spiaggia.
TIP: una volta identificato il campeggio dove volete pernottare, raggiungetelo il prima possibile (sopratutto se viaggiate in periodo di alta stagione) perchè gli spot più belli vanno sempre "a ruba".
GIORNO 2
Bay of Fire, St. Helen, Blowhole e Chain of Lagoons.
Il secondo giorno del nostro Tassie trip lo abbiamo dedicato alla Bay of Fire, letteralmente "baia del fuoco" .
L'origine del nome è ancora oggetto di discussione, alcuni credono sia per via del colore rosso acceso delle rocce granitiche coperte di licheni, mentre altri attribuiscono il nome ai numerosi falò accesi nel 1773 dal capitano Tobias Furneaux per segnalare la presenza della terra alle barche in navigazione.
Qualunque sia l'origine del nome, la Bay of Fires è senza dubbio una delle riserve naturali più famose della Tasmania, che si estende lungo la costa da Binalong Bay a Eddystone Point.
Una rapida tappa di mezz'ora a St. Helen per poi proseguire verso Chain of Lagoons, dove abbiamo pernottato. Lagoon Beach è una spiaggia dalla fine sabbia bianca e dalle acque cristalline, ma l'intera area è popolata da opossum affamati ed insetti sovradimensionati. Vi racconto una cosa che mi è successa: erano le ore 21.00 circa, il sole era tramontato già da un'ora e stavamo cucinando la cena, all'improvviso sentiamo una sorta di urlo provenire dall'albero di fronte a noi. Più passavano i secondi e più il suono si avvicinava; decido di prendere una torcia per illuminare l'albero e vedo la grande sorpresa: un opossum di almeno mezzo metro (se non di più), incattivito ed affamato stava puntando il nostro cibo. Il mio primo vero incontro con un opossum australiano non è stato tanto docile e sereno! Per fortuna uno dei miei compagni di viaggio aveva un bastone e ha iniziato a sbatterlo sul suolo con una tal foga da creare molto rumore ed allontanare l'animale.
TIP: ricordatevi di portare con voi un bastone, torce e spray per zanzare ed insetti, in nessun posto come questo ne avrete decisamente bisogno!
GIORNO 3
Bicheno, Diamond Island, Coles Bay e Freycinet National Park.
Bicheno e tutta l'area limitrofe è decisamente incantevole, come la Diamond Island, un'isola abitata da pinguini e collegata alla terra ferma da una lingua di spiaggia bianca.
Degni concorrenti della Bay of Fires sono Coles Bay e Freycinet National Park, dove abbiamo deciso di pernottare per due notti consecutive. Più nello specifico, la nostra meta è stata Wineglass Bay, considerata una delle dieci spiagge più belle del mondo.
La spiaggia è raggiungibile solo a piedi con un trekking di un paio d'ore (Wineglass Bay Track), facilmente percorribile con delle comode scarpe da gym. Il percorso, ben segnalato, prevede un primo tratto in salita fino a raggiungere il lookout, punto più alto della montagna e successivamente 1.000 scalini alternati da tratti in piano, per raggiungere la baia. Lungo il percorso ci sono dei piccoli spiazzi dotati di panchine ed indicazioni, dove i turisti meno allenati fanno una pausa per riprendere il fiato e riposare i muscoli.
Una volta giunti in spiaggia, se il vostro obiettivo è quello di pernottarvi, dovrete percorrere interamente la baia e giungere nel lato opposto, dove, nascosta tra gli alberi, troverete la zona dedita al camping.
Gli spot che danno sulla spiaggia sono un paio e ovviamente sono i più desiderati, ma non lasciatevi ingannare dalla bellezza, perchè la sera si alza una brezza fresca proveniente dal mare e trovare ristoro dietro un albero o cespuglio è alquanto piacevole. Per esempio dopo il tramonto noi indossavamo sempre una maglietta a maniche lunghe e una felpa... a volte anche cappellino e sciarpa.
Dopo il tramonto gli opossum e i wallaby fanno da padroni popolando l'intera baia, si avvicinano alle tende in cerca di cibo e tagliano i sacchetti della spazzatura rovistando tra gli avanzi. Sono innocui ma prestate comunque attenzione.
TIP: portate con voi cibo e acqua a sufficienza per sopravvivere nella baia, non ci sono supermercati o ristoranti e tutti i viaggiatori hanno il cibo contato.
Ricordate di lasciare una bottiglia d'acqua per il trekking di ritorno, i primi 1.000 scalini saranno tutti in salita e non sempre all'ombra.
Non incamminatevi mai dopo le ore 18.00, la maggior parte degli animali considerati pericolosi si risveglia nelle ore del tramonto. Non dimenticate bastone, torce, spray per le zanzare e protezione solare.
GIORNO 4
Wineglass Bay.
Dopo un'intera giornata alla baia di Wineglass ci siamo avviati in direzione Hobart ed abbiamo pernottato presso il Kimberley Cottage, un campeggio a pagamento (10 dollari p.p.) disperso tra i campi ("in the middle of nowhere" per riprendere un'espressione usata spesso dagli australiani).
Raggiungere il camping non è molto semplice, i cellulari non prendono e non ci sono segnaletiche; ma non fatevi demoralizzare perchè pernottare lì è stato davvero bello. In primis c'era il bagno coperto e la doccia calda, al costo di 2 dollari, e poi c'era un'area cucina all'aperto decisamente country ma accessoriata. Pensate che c'era addirittura un'area falò con tanto di legna gratis e una pecora come animale domestico. I proprietari sono delle persone molti disponibili e hanno reso la nostra permanenza ancora più speciale.
GIORNO 5
Hobart.
Hobart, capitale della Tasmania, è una città portuale sul fiume Derwent dove è possibile mangiare un ottimo salmone appena pescato e bere una rinfrescante birra artigianale di uno dei piccoli birrifici della zona.
Noi abbiamo dedicato solo un giorno alla visita della città, pur sapendo che un giorno non sarebbe mai stato sufficiente per vedere tutto. Così abbiamo identificato i principali punti di nostro interesse e ci siamo incamminati alla scoperta. Ciò che ha maggiormente catturato la mia attenzione, è stata la presenza di numerosi piccoli (a volte fin troppo piccoli) pub, whisky bar, gallerie d'arte, boutique e market di prodotti freschi. Il mio preferito è stato senza dubbio il Salamaca Place, un edificio gregoriano rivisitato dove il sabato si riuniscono i pescatori ed artigiani.
Una tappa fondamentale è senza dubbio il MONA, Museum of Old and New Art; un vero e proprio labirinto sotterraneo nato da un'audace combinazione di arte e architettura. Perdersi all'interno del museo è davvero facile, vi consiglio di procurarvi una mappa.
TIP: ritagliatevi un'oretta di tempo per mettervi comodi in uno dei ristorantini e assaggiate un piatto tipico a base di pesce e buon vino. Noi abbiamo mangiato presso il Blue Eye Seafood Restaurant e ci siamo trovati molto bene.
La notte l'abbiamo trascorsa al The Lea Scout Bush Camping, un campeggio gestito da un anziano signore capo di un gruppo di giovani scout. Il campeggio, anch'esso a pagamento (10 dollari p.p.) ha senza dubbio superato le nostre aspettative: bagni puliti, docce calde, asciugamani, lavatrice, cucina con fornelli, microonde e prese per l'elettricità.
GIORNO 6
Lake Echo, Great Lake, Deloraine, Mole Creek.
Il sesto giorno lo abbiamo dedicato a macinare un pò di km per raggiungere Cradle Mountain. Lungo il tragitto ci siamo fermati a visitare il lago Echo e Great, letteralmente "grande lago" nonchè il secondo più grande dell'Australia.
TIP: ricordatevi di fare il pieno ad Hobart perchè lungo il tragitto non incontrerete altro che pascoli di mucche e pecore.
Le ultime due notti abbiamo pernottato presso il Mole Creek Karst National Park Campground, un campeggio gratuito decisamente wild nel bel mezzo del Parco Nazionale dalla posizione alquanto strategica: sulle sponde del fiume e a 45 minuti di auto da Cradle Mountain.
GIORNO 7
Cradle Mountain Lake St.Clair National Park.
Cradle Mountain è la vetta più famosa della Tasmania e sorge sulle rive del lago Dove, nell' omonimo parco nazionale. L'ingresso al parco è a pagamento, a meno che non si abbia il National Pass (ticket della durata di 2 mesi e del costo di 60,00 dollari che permette di accedere a tutti i parchi nazionali della Tasmania con la propria auto. Il pass si può acquistare sul traghetto o nei principali punti turistici e deve essere esposto sul cruscotto della macchina). Il punto massimo che si può raggiungere in auto è il visitor centre o il Ronny Creek se si arriva la mattina presto; poi bisogna prendere uno shuttle fino al Dove Lake, ultima fermata (durata: 25 min).
TIP: l'ultimo shuttle per tornare al parcheggio è alle ore 18.00, se lo perdete dovrete percorrere tutto il tratto a piedi fino al parking. Nel National Park ci sono diversi track, percorsi, selezionabili a seconda le tempo a disposizione e delle prestazioni fisiche. Noi abbiamo deciso di percorrere il Marions Track, passando lungo le coste orientali del lago Dove, lago Lilla, Wombat Pool e costeggiando la sponda occidentale del lago Crater, fino a giungere al Marions Lookout, a 1223m di altitudine. Inutile dire che si apre una vista mozzafiato!
Nel rientrare verso il parking abbiamo preso un sentiero alternativo, il Marions Link Track, che prevede dei tratti in cordata decisamente ripidi. Il consiglio degli esperti è di percorrere questo tratto il più velocemente possibile per via della presenza di numerosi serpenti o animali selvatici, quindi se non siete allenati o se non siete portati per l'alpinismo vi sconsiglio di prendere questa scorciatoia. Il percorso è durato circa 3h tutto sotto il sole.
TIP: indossate un cappello e delle scarpe da gym. Non dimenticate la protezione solare e una bottiglia d'acqua per persona.
GIORNO 8
Devenport, Melbourne.
La brezza marina ha salutato il nostro ultimo giorno di avventura nella wild Tasmania mentre la nostra auto attraversava lentamente il ponte per salire sul traghetto, destinazione Melbourne.
"Bye Bye Tasmania, thank you very much for this amazing holiday!" Stay tuned