"15 agosto 2016: diario di bordo, sono le ore 21.55 e siamo già sotto le coperte... ma in un posto decisamente speciale: siamo sdraiati su dei vecchi materassini di palestra, con delle calde coperte di lana sul terrazzo del Monastero della Chiesa ortodossa serba di Ostrog, tra i monti del Montenegro.
È un posto davvero affascinante, un bianco monastero costruito lungo la parete della rupe di Ostroška Greda, dove spesso la roccia stessa diventa parte integrante della struttura. Le stanze del monastero sono piccole, basse e tutte affrescate con motivi biblici, dove predomina il colore blu e l'oro. La vista dalle balconate ad archi, alcune ricoperte da delle viti, è sull'intera vallata di Bjelopavlići. Decisamente spettacolare il posto e particolare questa esperienza.
Una stanza del monastero è dedicata alle coperte, montagne e montagne di coperte di ogni genere, colore e dimensione, messe a libera disposizione dei credenti che come noi sono sdraiati sul questa sassosa terrazza, illuminati da qualche piccolo lampione acceso e dalla luce della luna.
Per quanto riguarda il nostro viaggio, invece, oggi abbiamo lasciato Tirana alle nostre spalle per attraversare la frontiera (un'ora sotto il caldo sole delle 16.00) e giungere fin qui. Il tragitto mi è piaciuto molto, strade strette, asfalto pulito, poche macchine e parecchie curve, credo sia l'ideale per i motociclisti, o se anche non lo fosse a me è piaciuto parecchio!!! Ora provo ad addormentarmi, inizio a sentire le forze che lentamente mi abbandonano..."
Sopravvissuti alla nottata... anche se mi sono svegliata un paio di volte perché dei carinissimi insetti hanno deciso di passeggiare tranquillamente sulla mia fronte!! Bleah! Inoltre, raccogliendo le coperte prese la sera precedente, ho notato una strana macchia marroncina muoversi... era un peloso ragno che si è posizionato esattamente sul mio piede sinistro! Lascio ai postumi la possibilità di immaginare la mia reazione nel vedere quella creatura muoversi.
Dopo aver ascoltato la messa delle 6.00 del mattino, che tra l'altro è tutta cantata armoniosamente, ci siamo rimessi in sella delle nostre moto, destinasione Budva, nella Budvanska rivijera, città per eccellenza della vita notturna in Montenegro!!! E lo è per davvero, una fotocopia balcana della nostra tanto amata Riccione...
Nel raggiungere Budva abbiamo percorso 260 Km, tra piccole stradine disperse tra le montagne, paesini semiabitati, vere e proprie città e paesaggi incredibili. Presi dalla voglia di scoprire questo paese ci siamo persi tra le montagne dalle stradine strettissime, tanto strette che ci siamo dovuto fermare perché un camion sostava a bordo strada e non c'era asfalto a sufficienza per superarlo.
Lungo il tragitto, ho notato una cosa davvero interessante: nelle città le insegne e le indicazioni sono in caratteri latini, spesso con traduzione in inglese, mentre nei paesini dispersi tra i monti sono ancora in cirillico. Ogni singola cosa è scritta in cirillico, dalle indicazioni stradali alle insegne dei pochi negozietti, dove vendono souvenir o miele ai turisti di turno.
Sempre lungo il cammino che ci ha portati a Budva, ci siamo fermati a fare la zip line, lanciandoci da una montagna all'altra correndo su uno spesso cavo d'acciaio... davvero carino, sentire l'adrenalina correre lungo tutto il corpo è davvero emozionante e la vista che dava sul fiordo di Kotor lo rendeva ancore più speciale.
Amo fare queste cose adrenaliniche, sentire il cuore battere forte nel mio petto; sentire un brivido gelido che ripercorre per intero ogni singolo angolo del mio corpo; sentire mille pensieri in testa senza riuscire a ricostruirne uno; sentire quella fantastica emozione di sentirsi viva, decisamente vivaaaaaa!!!!
Dopo averlo ammirato dall'alto ed esserci fermati a scattare innumerevoli foto ricordo, le nostre due ruote hanno percorso anche il fiordo di Kotor, meglio conosciuto come Bocche di Cattaro, lungo una stradina due corsie che costeggiava il mare. Le montagne cadevano a strapiombo nell'acqua, riflettendosi in essa come se fossero delle decise e spigolose combattenti che si specchiano prima di un incontro decisivo, sapendo di essere delle toste, ma volendo comunque mantenere la propria femminilità e bellezza. Il deciso strapiombo di queste montagne ha impedito la formazione delle spiagge, quasi inesistenti, ad eccezione di piccolissime distese di sassi ospitanti una quindicina di persone massimo.
Nel costeggiare il fiordo abbiamo attraversato piccoli paesini, tra cui Ljuta, una piccola realtà turistica con un porticciolo, tanti localini ed un castello a vista mare. Mi ha colpita particolarmente, quella sensazione di calma e la quiete che la caratterizzava sfiorava la nostra mente ed il nostro animo, rendendo la sua vista ancora più emozionante.
Dopo un rapido bagno a Risan, una piccola insenatura del fiordo, una nuotatina affannosa a causa del vento ed una limonata naturale, ci siamo risciacquati velocemente per raggiungere un piccolo traghetto, attraversare il fiordo e riprendere il tragitto verso Budva, dove siamo arrivati intorno alle 17.30.
Vi racconterò di Budva e del resto del nostro viaggio nel prossimo post, lasciandovi così la possibilità di sognare ciò che è stato il continuum di questa bellissima avventura on e off road.
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