Sorriso e leggerezza: sono queste le parole chiave della mostra “Fuga dal museo”, che Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla presentano al pubblico, nella Sala del Toro Farnese, dal 2 dicembre 2019 al 24 febbraio 2020.
Dal 02 Dicembre 2019 al 24 Febbraio 2020
LUOGO: MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli INDIRIZZO: piazza Museo 19
"E se le sculture più imponenti del MANN potessero scappare dai loro piedistalli e correre per le strade di Napoli dove andrebbero? "
Il nuovo percorso creativo seguito da Assisi e Cipolla sarà un vero e proprio atto d’amore per la città di Napoli: Castel dell’Ovo, il lungomare, Piazza del Plebiscito, il Petraio, i vicoli del centro storico, ma anche le pensiline dei bus ed i vagoni della metropolitana, diventeranno lo sfondo per un nuovo cortocircuito temporale e visivo. Tra ieri ed oggi, tra il candore dei marmi, la lucentezza dei bronzi e la vivacità dell’orizzonte metropolitano, potrà capitare di incontrare la scultura dell’Afrodite accovacciata in vico Lungo Gelso, ammirare la potenza dinamica del Toro Farnese in armonico dialogo con un cielo burrascoso, scontrarsi con il Doriforo nella stazione della linea 1 al Museo.
Non mancheranno all’ appello i capolavori di Canova, in esposizione all’ Archeologico in occasione della retrospettiva sul Maestro di Possagno: la Danzatrice con le mani sui fianchi troverà, in vico san Domenico, un nuovo spazio per una simbolica esibizione, mentre Amore e Pische Stanti si abbracceranno teneramente nel Real Orto Botanico. Immagine guida della mostra “Fuga dal museo” sarà l’ Afrodite di Capua: solo grazie alla creatività, la famosa scultura della Collezione Farnese si affaccerà per stendere i panni, trovando armonia e leggerezza del gesto nella dimensione quotidiana di un’usuale mattina del terzo millennio.“Il nostro progetto nasce dalla volontà di dare vita alle statue del MANN, rendendole vere creature che interagiscono con la realtà. Le sculture divengono persone, che si aggirano per le città, desiderose di scoprirne i misteri, le bellezze e le paure”, commentano Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla
Appassionati dell' arte (e non), da pochi giorni è possibile vedere e vivere da vicino 40 fotomontaggi per immaginare quale sarebbe la “vita” delle sculture dall’Archeologico (anche le opere d’arte, grazie al potere della fantasia, si muovono), “scappando” dalle sale del Museo verso le strade, le piazze e gli angoli più caratteristici di Napoli.
Assisi e Cipolla non sono nuovi a esperimenti di questo tipo. Molto apprezzata è stata Fantasmi a Pompei, dove hanno trasposto i mosaici e affreschi del Mann negli scavi di Pompei. Adesso ci riprovano con l’obiettivo di rendere le statue del MANN creature vere che interagiscono con la realtà. “Riccardo e io abbiamo liberato le statue romane presenti nel museo portandole virtualmente in giro per farle vedere la realtà di Napoli dopo 2000 anni dalla loro creazione” spiega il fotografo Dario Assisi, fratello del noto attore napoletano Sergio Assisi “Vanno nelle pizzerie e nella metropolitana. Sono statue vive, hanno tutta l’energia dei loro 2000 anni di storia e la loro bellezza si unisce a quella della nostra città. Senza mai sminuire la loro importanza storica abbiamo voluto dare una codificazione pop. Il nostro obiettivo è di rendere l’arte fruibile a tutti anche ai non esperti facendoli anche divertire”.
In futuro, non è escluso che l’esposizione vada oltre il MANN. L’intenzione del direttore Paolo Giulierini sarebbe quello di sviluppare un progetto per inserire alcuni dei fotomontaggi realizzati all’interno della Stazione Centrale e dell’Aeroporto, ma per ora questa è un’idea ancora lontana. Le statue presenti nei fotomontaggi sono state scelte in base a una funzionale resa dello storytelling fatto per immagini, dove anche il simbolo ha giocato la sua parte nella selezione. Fuga dal Museo si avvale di immagini che possono entrare nella memoria dei visitatori diventando iconiche. Oltre ad Afrodite di Capua non passano inosservate Ercole e Atlante che porta sulle sue spalle il mondo: “Ercole è ritratto alla linea 1 della metropolitana. Qui lui guarda la copia di sé stesso che conservata nella stazione della metropolitana del Museo. Mentre Atlante lo raccontiamo mentre va in giro su di un motorino per i vicoli di Napoli” racconta Assisi e aggiunge “Non ridicolizziamo e non manchiamo di rispetto le statue, però, abbiamo deciso di non essere seriosi rivolgendoci tutti e non a un’unica fascia di pubblico composto dall’élite di addetti ai lavori”.