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SereMan

Surfare che passione

Mentre l'Europa inizia ad indossare maglioni e sciarpe, l'Australia si prepara per affrontare l'estate e a nuove sessioni di surf con la mezza muta. I primi gruppi di ragazzi iniziano ad affollare le spiagge e a cavalcare le onde... ed è proprio in riva al mare dove abbiamo conosciuto Charle, 23 anni con un diploma in marketing e un lavoro da venditore, ha lasciato il suo paese per raggiungere il paradiso dei surfisti. Non abbiamo resistito e gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza.

"Ho iniziato a surfare all'etá di 5 anni, mio padre e i suoi amici cavalcavano le onde quasi tutti i giorni ed io passavo ore intere ad osservarli dalla spiaggia, fino a quando un giorno mio padre mi prese in braccio e mi mise sulla tavola da surf. Ero emozionatissimo e agitato allo stesso tempo. Dopo quel giorno mio padre mi iscrisse ad una scuola di surf e nel giro di una settimana ero già in grado di alzarmi e tenere l'equilibrio. Mi ricordo che mi divertivo semplicemente a fluttuare seduto sulla mia tavola da surf e lasciarmi trasportare dalla potenza dell'acqua. Poi ovviamente quando riuscivo a prendere l'onda ed alzarmi sulla tavola ero ancora più entusiasta... non è tanto legato a prendere l'onda quanto a vivere il momento, solo per quello vale la pena di entrare in acqua"


QUAL'È L'ASPETTO PIÙ BELLO DI ESSERE UN SURFISTA? "Essere surfista è uno stile di vita, è una scelta, è essere parte di un gruppo di persone che come te aspettano l'onda giusta. La cosa che preferisco è spostarmi da un spot all'altro, studiare le onde, il vento, l'ambiente circostante"


E QUANDO RIESCI A FARE QUALCHE MANOVRA? "Bhe ovviamente sono ancora più contento, ma se non riesco non cambia nulla, torno sempre a casa con un sorriso"


HAI QUALCHE RITUALE INIZIALE PRIMA DI INIZIARE LA SESSIONE? "Controllare le onde e se sono cavalcabili passare velocemente il wax sulla tavola, mettere la crema solare, afferrare la tavola da surf e correre subito in acqua. Alcune persone bevono il caffè o ascoltano una canzone, io preferisco iniziare subito la sessione"


E UNA VOLTA CONCLUSA? "Bhe, lavare la tavola e parlare della sessione con gli amici, ridere delle cadute, vantarsi delle prestazioni e giudicare le onde... e andare avanti a fare ciò fino alla prossima sessione. Pensa che a volte andiamo avanti per settimane intere"


SOLO QUESTO? "No, se surfiamo di pomeriggio dopo la sessione restiamo in spiaggia per vedere il tramonto, magari sorseggiando una birra fresca"



SURFI SEMPRE IN COMPAGNIA? "Solitamente si. Surfare è più che altro un momento di aggregazione con chi condividere la stessa passione. La parte più bella è proprio questa. Ovviamente se nessuno può venire con me allora vado solo e dedico l'intera sessione a migliorare il mio stile e la mia tecnica"


C'È COMPETIZIONE TRA SURFISTI? "Bhe, è pur sempre uno sport. Se non lo si pratica a livello agonistico la competizione è più sottile ma sempre presente"


DAI RACCONTACI ALCUNE ESPERIENZE CHE HAI VISSUTO "Una volta in Gold Coast (Australia) ho surfato con i delfini. È stata un'emozione unica che non saprei neanche descriverti. Un'altra volta ho scrutato in lontananza delle balene, mentre l'esperienza più spaventosa è essermi trovato davanti alla tavola un lamantino. Fortunatamente non ho mai visto uno squalo, in questa situazione mi spaventerei moltissimo. Credo sia il terrore di ogni surfista!"


E LE MEDUSE? "Normalmente no, ma qui in Australia c'è la medusa più pericolosa del mondo..."


PER QUANTO RIGUARDA GLI ALTRI SURFISTI? NON HAI PAURA DI FERIRE QUALCUNO? "No, esistono delle priorità in mare. Per esempio il primo che prende l'onda ha la priorità, indipendentemente dalla sua esperienza. Poi ovviamente ci sono casi eccezionali ma di norma questa è la regola base. Ma per esempio Flo ha avuto una brutta esperienza con un beginner"


Flo, la fidanzata di Charle, 22 anni appena compiuti, appassionata di cucina e futura chef. Bionda, occhi chiari e un fisico invidiabile. Flo ha iniziato a surfare grazie al compagno il quale le ha praticamente trasmesso la passione.

A furia di seguirlo in acqua nel giro di un anno è passata da principiante a quasi professionista, anche se è troppo umile per ammetterlo.



FLO, CI PUOI RACCONTARE LA TUA BRUTTA ESPERIENZA CON UN PRINCIPIANTE?

"Certo, allora ero nelle Filippine e lo spot era pieno di beginner (principianti). Stavo cavalcando l'onda quando all'improvviso un ragazzo mi ha tagliato la strada. Siamo entrambi caduti in acqua e la sua tavola mi ha colpito la testa. Ho subito perso i sensi. Sarei affogata se un mio amico non fosse venuto a soccorrermi e portarmi a riva. Dopo questa esperienza ho sempre il timore di annegare. Un'altra volta l'onda era così potente che mi ha risucchiata e non riuscivo più a tornare in superficie"


IN QUESTO CASO COSA HAI FATTO? "Quando succede ciò bisogna solo cercare di stare calmi e attendere che l'onda passi. So che non è facile ma se si ci lascia prendere dal panico si rischia di annegare veramente"


QUALI SONO GLI ALTRI PERICOLI PER I SURFISTI, OLTRE AGLI ANIMALI, AI BEGINNER E ALLA POSSIBILITÀ DI ANNEGARE?

"Le ferite da corallo possono essere molto pericolose, soprattutto dove la temperatura dell'acqua è elevata; in tal caso si rischia anche una seria infezione. Poi ovviamente varie infezioni all' apparato riproduttivo maschile". In questo momento Charle sorride, ma non vogliamo indagare troppo.


HAI PAURA DI ROMPERVI L'OSSO DEL COLLO? "Nha, devi essere davvero sfortunato..."


TORNANDO AD ARGOMENTI PIÙ LIETI, CI HAI CONFESSATO DI AVER IMPARATO NEL GIRO DI UN ANNO. NORMALMENTE CI SI IMPIEGA COSÌ POCO? "No, ci vogliono anni per diventare un professionista, io non posso ancora giudicarmi tale ma ci sto lavorando sopra. Usare lo skate mi sta aiutando tanto, soprattutto il carver"


IL CARVER? "Si, è uno skate molto flessibile che richiama il movimento della tavola da surf. Lo usiamo per allenarci d'inverno quando l'acqua è troppo fredda o quando non abbiamo abbastanza tempo per raggiungere la spiaggia. A volte andiamo nello skate park e "surfiamo" lì, senza fare tricks o altro"



INTERESSANTE. AVETE DATO UN NOME ALLA VOSTRA TAVOLA? "No, anche perché cambiamo tavola molto velocemente. La personalizziamo, questo si, ma non le diamo un nome. Per esempio" ci racconta Flo, "io in un anno ho cambiato 4 tavole differenti. Sono partita con una 7.3, lunga e con un grosso volume, poi una 6.7, leggermente più corta ma ancora con un grosso volume. Successivamente una 5.10, più piccola ancora e con medio volume ed infine una 6.0, più difficile da gestire perché è ancora più corta e con pochissimo volume... ma adatta alle manovre. Con questa tavola posso anche immergermi e quindi surfare in ogni spot"


QUAL'È LA COSA PIÙ IMPORTANTE, IL VOLUME O LA LUNGHEZZA? "Decisamente il volume"



Improvvisamente il suono del mare cattura la nostra attenzione...un'onda si era appena imbattutta sugli scogli. Abbiamo subito notato un grande sorriso sorgere sul loro volto che ci è dispiaciuto trattenerli ancora sulla spiaggia.

Li abbiamo ringraziati e invitati a mostrarti qualcosa... In bocca al lupo per tutto ragazzi, che il mare sia con voi!!!


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